Saper distinguere tra un bisogno legittimo e un'aspirazione smodata e fuorviante può fare la differenza tra la felicità e l'ansia.

Nella vita di ciascuno di noi capita di avere diverse esigenze da soddisfare. Talora queste esigenze sono funzionali alla nostra sopravvivenza o a quella dei nostri cari. In questo caso è più corretto parlare di bisogni. Dai bisogni più elementari a livello fisiologico, come mangiare e dormire, a quelli più orientati alla nostra vita sociale, come procurare pane e protezione alla nostra piccola comunità, a partire dalla famiglia.
Talora, invece, miriamo a obiettivi più lontani dalle nostre esigenze di vita: desideriamo qualcosa o qualche situazione che non è immediatamente indispensabile, che non è funzionale alla nostra sopravvivenza. Forse non lo sarà mai. Si tratta di aspirazioni che molto spesso derivano dall’ambiente nel quale viviamo, dalla pubblicità o dall’istitnto di imitare gli altri: ci piace possedere un certo oggetto, che però non ci serve a sopravvivere, ma che è un semplice monile. Magari ci piacerebbe andare in vacanza in un certo posto o andare a vivere in una casa più bella, ma non si tratta di esigenze necessarie alla nostra o altrui sicurezza di vita. In questo caso, è più giusto parlare di “desideri”. Il desiderio, come ci suggerisce la parola stessa (si tratta di una cosa lontana, irraggiungibile per gli umani, nel cielo siderale: “de-sidera”) appartiene al mondo dei “sogni”, che talora possiamo trasformare anche in realtà, almeno in parte, ma sono e rimangono come immagini lontane ed è bene che sia così. Diversamente saremmo schiavi di ogni stimolo per la nostra vanità. Vorrei una macchina potente, gioielli, vestiti costosi e di lusso, abitudini ad alto tenore finanziario, per sentirmi diverso dagli altri, più “in alto”. Ciò che accade è che la macchina super-potente non posso permettermela: un desiderio che appare lontano dalla reale possibilità. Vorrei essere la moglie dell’attore famoso o il compagno dell’attrice che mi appare come una divinità, per bellezza e fama. Questi desideri, se persi come un gioco da adulti, possono essere anche positivi. Se diventano ossessioni, invece, possono portare a comportamenti aberranti dimostrando un debole apprendimento dall’esperienza di vita. Pertanto è bene essere vigili su cosa per noi è davvero necessario e cosa, invece, è più simile a un sogno che alla realtà.
Eppure, i desideri non sono da vedere come entità negative. Possono essere anche coerenti con i bisogni, potremmo dire “allineati” ai bisogni: quando, ad esempio, il desiderio di una bella casa si unisce al bisogno di un’abitazione abbastanza grande per vivere comodi con la famiglia. Oppure, quando il desiderio di avere un’automobile bella e potente si sposa con l’esigenza di avere un’auto per lavorare o per le esigenze logistiche familiari. In questi casi, il desiderio, magari nascosto tra le pieghe della nostra consapevolezza, risulterà allienato con il bisogno e ci fornirà una parte dell’energia, della spinta, necessaria a soddisfarlo. Quindi, i desideri possono convivere con la nostra vita in modo positivo ed energetico, a patto che sappiamo riconoscerli come tali e non ci lasciamo ingannare confondendo lo stesso desiderio con un bisogno. Infatti, tale confusione porta a costante frustrazione e senso di inadeguatezza, che possono diventare molle per l’aggressività, per la predazione oppure condurci alla perdita di autostima e aggressività interna.
Socrate insegnò che l’uomo più ricco è quello che si accontenta di poco, perché la contentezza è la ricchezza data dalla natura.