Stasera, come tante altre volte, sono a Milano, la grande Milano, per lavoro. Arrivato alle sei di sera con un “Freccia” da Roma, sono venuto in albergo. Uno dei pochi liberi. Ormai, a Milano, non si trova quasi mai posto o, se si trova, le camere hanno prezzi da vergogna. Beh! C’è chi, viaggiando per lavoro, quei prezzi può anche permetterseli.

Stasera, come tante altre volte, sono a Milano, la grande Milano, per lavoro.
Arrivato alle sei di sera con un “Freccia” da Roma, sono venuto in albergo. Uno dei pochi liberi. Ormai, a Milano, non si trova quasi mai posto o, se si trova, le camere hanno prezzi da vergogna.
Beh! C’è chi, viaggiando per lavoro, quei prezzi può anche permetterseli.
Stasera, una serata umida e che inizia ad essere anche fredda, sono andato a mangiare qualcosa. Non troppo, ma comunque, dopo mangiato, una passeggiata ci sta bene. Nel clima freddino e umido che ora inizia a pungere un po’. Così, da Piazza San Camillo sono arrivato a Piazza Duca d’Aosta e ho piegato per Via Vittor Pisani.
Un percorso che faccio spesso, quando sono in questa zona di Milano. Un percorso di un paio di chilometri, per aiutare la digestione. Però, stasera ho visto qualcosa di diverso dal solito.
Dove da Piazza Duca d’Aosta piega verso Via Vittor Pisani, ho visto un’umanità rifiutata e ingombrante. Occupavano i portici, l’odore vago di orina nell’aria; ed era freddo; male per dormire, ma attutiva l’odore. Fra pochi mesi, con l’aumento delle temperature: come sarà?
Ho visto un’umanità che… ci puoi fare l’abitudine, non danno noia, forse vociano un po’, ma puoi abituarti a vederli e, piano piano, divengono trasparenti, invisibili, mimetizzati con una strada bella, che non è più la stessa. Mi sono venuti molti pensieri, ma il primo è stato quello del pavimento bagnato, delle poche coperte e cartoni e di una notte all’addiaccio. Se capitasse a uno di noi, abituati a fare la giratina dopo mangiato, sarebbe un disastro. Mi sono figurato la scomodità, l’assenza di servizi, l’assenza del comodino e delle medicine che prendo alla mattina… eppure, loro ci sono e non hanno altro posto migliore dove andare. Un principio universale di programmazione neuro-linguistica recita che ogni persona opera le scelte e decide nella modalità più consona ai propri bisogni e possibilità. Ognuno di noi fa la scelta che, in un certo momento, egli “crede” migliore. Non è detto che lo sia, ma chi può giudicare?
Allora mi sono chiesto, perché con tutti i soldi che buttiamo dalla finestra, pagando delle organizzazioni finto-umanitarie, perché non aiutiamo davvero queste persone.
No! non dico di mettere a disposizione alberghi, che evidentemente sono nati con vocazione diversa e che devono servire a far entrare valuta nel nostro Paesa. Mi chiedo se non sia possibile attrezzare delle strutture diverse: caserme dismesse o simili, per accogliere queste povere persone, sfortunate, perché si! sono sfortunate! Mi chiedo cosa costi avere una progettuaità che permetta di insegnare loro la lingua italiana e di abituarli a comprendere la nostra cultura, anziché farli vivere ai margini del nostro benessere e, così facendo, alimentare i presupposti per l’odio o per gravissime incomprensioni. Se io fossi loro, ma aggrapperei ai miei ricordi, alla mia religione, alle mie credenze, per andare avanti. Perché per loro doverebbe essere diverso?
Basta con arrivi indiscriminati. Prendiamo atto dell’errore fatto dalla sinistra miope, come miope è nei propri vagheggiamenti una certa Chiesa. Fermare tutta la macchina dell’accoglienza raccogliticcia e far partire un progetto, su scala nazionale, per integrare questi miserabili di mezzi, non certo d’anima, nel nostro mondo. Apprendere la lingua e apprendere piccoli mestieri… dare loro una piccola indipendenza che sia una grande occasione di dignità! Questo si che servirebbe. Con ciò, occorre anche mandare via di forza chiunque delinque. Senza perdonismi ipocriti. Dopo un giusto processo: se spacci droga o fai altre nefandezze, dopo che ti ho dato la possibilità di avere una speranza, allora non avrai diritto a stare nel mio Paese. Però, intanto li abbiamo accolti. Male, ma ci sono; intanto li abbiamo fatti entrare, ora non possiamo far finta di nulla. Ora, credo sia il momento di dimostrare la grandezza della nostra umanità, così tanto messa a dura prova da politicanti e finti religiosi, che si sono improvvisati salvatori del mondo, salvo intascare quattrini e non definire percorsi e modi di integrazione.
Nel frattempo, in Via Vittori Pisani si è formato un altro drappello di poveri senza tetto, che passeranno la notto al freddo ed esposti all’umidità… intanto, al di là del porticato ha iniziato a piovere.